Consumi di biologico in calo ma …
Autore: Davide Pierleoni - Responsabile Ufficio Commerciale e Marketing
Questo inizio di primavera 2022 si apre con una notizia che non avremmo mai voluto riportare. ISMEA, l’autorevole Istituzione che analizza i mercati agroalimentari, ha appena pubblicato un report dal titolo “Acquisti alimentari di prodotti biologici delle famiglie per consumo domestico – anno 2021”, con il quale ha fatto il punto definitivo sui consumi di prodotto biologico nell’anno passato.
I dati di ISMEA
Dopo un ventennio in cui il mercato dei prodotti biologici è costantemente aumentato, creando l’illusione della crescita senza fine, il 2021 ha rappresentato il primo anno in cui è apparso il segno meno. L’ultimo dato positivo è relativo all’anno 2020 dove il mercato aveva segnato uno straordinario +9,5%, mentre il 2021 ha fatto segnare un - 4,6%. Il valore del bio è stimato aggirarsi sui 3,38 miliardi di euro, mentre il peso sul totale del mercato agroalimentare rimane fermo al 3,9%.
A dire il vero ISMEA aveva già messo in guardia il settore bio, lasciando intravedere lo spettro del segno meno, come evidenziato in questa figura, contenuta in un report presentato a SANA 2021.
Gli effetti di pandemia e lockdown
Diciamo subito ai lettori di non strapparsi i vestiti. Il 2020 è stato un anno segnato dal primo lockdown totale che l’Italia avesse mai sperimentato dal dopoguerra ad oggi, salvo rifarsi a qualcosa di simile ai tempi dell’austerity degli anni ’70, quando a farci stare a casa erano stati gli alti costi della benzina legati agli shock petroliferi causati dall’OPEC. La serie di confinamenti totali o parziali ha determinato un cambiamento di stili di consumo e questo ha fatto si che il consumo di prodotti biologici si impennasse rispetto al 2019. Il 2021 ha rappresentato un ritorno alla realtà dei consumi e forse, se lo mettessimo a confronto con il 2019, rivedremmo il segno positivo e non ne staremmo a parlare.
Tuttavia, i dati che ISMEA ci mostra devono farci riflettere per essere pronti in questo 2022 dove, accanto alla pandemia di COVID-19 ancora in atto a cicliche ondate, si affianca l’evento terribile della guerra in Ucraina che non sarà scevra di strascichi e di cui parleremo più avanti.
I vari settori merceologici
Quindi, segno meno in generale punto a capo; tuttavia, nell’ambito del paniere dei prodotti biologici, ci sono situazioni contrastanti. Il segno meno prevale per tutta una serie di categorie, come i prodotti orticoli e quelli frutticoli, per le uova fresche, i salumi e il miele, per i quali il calo è decisamente consistente e compreso tra il 5 e il 10%. Un calo inferiore al 5% lo mettono a segno il latte e derivati, gli oli e grassi vegetali e le bevande analcoliche; mantengono un sostanziale pareggio, le categorie derivati dei cereali e gli altri prodotti alimentari. Performance molto positiva quelle dei prodotti ittici, carni fresche e bevande alcoliche come vino e spumanti.
Va però tenuto presente che nel paniere BIO la categoria dei prodotti orti-frutticoli rappresenta quasi il 50% della spesa e, quindi, un segno negativo (8% sulla frutta e 7% sugli orticoli) ha un peso complessivo molto maggiore rispetto ai prodotti carnei e ittici che valgono solo il 4% del paniere e quindi, anche se sono cresciuti rispettivamente del 5% e del 17%, poco aiutano a riportarci in territorio positivo, come dicono gli analisti di borsa.
I canali di vendita
Tra i canali di vendita, si conferma ancora il ruolo preminente della GDO (Super e Iper mercati) nelle cui corsie passa il 65% del venduto; si accresce, seppure di poco, il ruolo del Discount come canale di vendita, mentre cala il canale tradizionale dei negozi e catene specializzate. Per quanto concerne il territorio, l’area geografica di maggior interesse si conferma ancora il Nord dove si consuma il 62%.
Questa del 2022 è una primavera fatta di gelate in fioritura che hanno colpito pesantemente, come già avvenuto negli anni scorsi. Speriamo solo che il 2023 si ritorni a vedere i fiori rosa, i fiori di pesco e un biologico di nuovo con il segno più, guerra e pandemia permettendo.
Certificazione: Reg. Ue 2018/848, il biologico nell’Unione Europea
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