Dal campo al guardaroba: la seconda vita dei rifiuti agricoli

Pubblicato il: 15/09/2025

Autore: Ufficio Stampa - Comunicazione

Dal campo al guardaroba: la seconda vita dei rifiuti agricoli

L’economia circolare ha trovato un alleato creativo: la moda. Oggi bucce d’arancia, vinacce, foglie d’ananas, gusci di noci e persino residui di canna da zucchero diventano fibre tessili di alta qualità.

Le tecnologie di trasformazione estraggono cellulosa o fibre dalla biomassa vegetale e la convertono in tessuti morbidi, resistenti e spesso indistinguibili da quelli tradizionali.

L’Orange Fiber, per esempio, ricava filati setosi dalle bucce d’arancia della filiera agrumicola siciliana; il Piñatex® trasforma le foglie d’ananas in un materiale simile alla pelle, ideale per borse e scarpe; la fibra ricavata dalla vinaccia utilizza i residui della vinificazione per creare tessuti leggeri e traspiranti.

Altri esempi nel mondo sono la fibra di banano in Giappone, tessuto da gusci di cocco in India e pelle di cactus in Messico.

I benefici sono doppi: da un lato si riducono i rifiuti agricoli, evitando che diventino un problema ambientale; dall’altro, si generano nuove opportunità economiche per le comunità rurali. In alcuni casi, le collaborazioni tra aziende agricole e brand tessili hanno creato vere e proprie filiere locali integrate, riducendo trasporti e impatto ambientale.

Le certificazioni sono fondamentali per attestare non solo l’origine, ma anche la sostenibilità del processo e l’assenza di sostanze nocive. In un’epoca in cui l’innovazione incontra la responsabilità, ciò che ieri era scarto oggi diventa moda, e un potente esempio di creatività applicata alla salvaguardia del pianeta.