L’Agricoltura Biologica in Italia; i dati al 31.12.2023

L’Agricoltura Biologica in Italia; i dati al 31.12.2023

Come ogni anno ISMEA, in collaborazione con CIHEAM di Bari, ci aggiornano puntuali sullo stato dell’Agricoltura Biologica in Italia, fornendoci i dati aggiornati al 31 dicembre 2023.

Nello splendido scenario delle Antiche Scuderie Odescalchi sul Lago di Bracciano si è tenuto questo evento annuale che ha fornito un quadro del valore del settore, almeno sotto il profilo statistico e quindi utile a delineare le linee di tendenza che qui possiamo riassumere brevemente con:

  • crescita della Superficie Agricola Utilizzata con metodo biologico
  • crescita del numero di operatori biologici

I numeri in breve

L’incidenza della SAU bio su quella totale ha raggiunto il 19,8% e quindi in linea con l’obiettivo del programma europeo “From Farm to Fork” che - ricordiamo - mira a far coltivare entro il 2030 con metodo bio almeno il 25% della SAU nazionale di ogni paese membro dell’Unione Europea. Rispetto all’anno precedente, l’aumento di SAU è valso 106.000 ettari pari ad un +4,5% (2,46 milioni di ettari).

La percentuale media nazionale del 19,8% nasconde però una diversa intensità di bio a seconda delle Regioni italiane; vi sono Regioni particolarmente virtuose, come Toscana al 37,5%, Calabria 36,3%, Sicilia 30,7%, seguite da quelle virtuose come Marche al 28,2%, Basilicata al 27,6%, Lazio al 27%, Alto Adige al 21,1% che possono dire di aver centrato l’obiettivo con 5 anni di anticipo. Ve ne sono altre che vedono l’obiettivo a portata di mano, come Puglia al 23,9%, Campania al 20,4%, Umbria al 19,3%, Emilia Romagna al 18,4%, Liguria al 18,54%, Abruzzo al 17,2%. Poi vi sono quelle Regioni per le quali l’obiettivo comunitario appare decisamente irraggiungibile e sono le Regioni del Nord Est e Nord Ovest, Regioni in cui il biologico ha sempre fatto una grande fatica a penetrare ed affermarsi come metodo agricolo alternativo al metodo convenzionale; parliamo di Friuli al 9,6%, Trentino al 7,9%, Piemonte al 6,3%, Veneto al 5,6%, Lombardia al 5,5%, Valle D’Aosta al 3,2%. Un discorso a parte meritano Sardegna e Molise, due regioni in cui il Bio era molto più diffuso e che oggi sono relegate tra quelle in maggiore difficoltà, rispettivamente, al 14,3% e 11,2%.

Veniamo agli operatori biologici. Crescono dell’1,8% e raggiungono il numero complessivo di 94.441 unità, divisi in:

  • aziende agricole di sola produzione vegetale pari a 69.637 (+ 1,5%)
  • aziende agricole con produzione vegetale/allevamento e attività di trasformazione aziendale pari a 14.530 (+ 3,8%)
  • azienda di trasformazione pari a 9.701 (+ 0,9%)
  • aziende di importazione pari a 573 (- 1,5%)

Il mercato come va?

Le analisi economiche più recenti erano state commentate da CCPB in un precedente articolo (qui https://www.ccpb.it/blog/2024/04/15/biofach-2024-il-bio-si-guarda-dentro-e-cosa-vede-2/). Nel corso del convegno sono state brevemente riassunti i dati di performance del settore. Il Valore di consumi di prodotti biologici in Italia è pari a 3,88 miliardi di Euro con un + 5,22% rispetto al 2022 ed un’incidenza del mercato biologico sul valore totale dell’agroalimentare italiano pari al 3,5%; le maggiori quote di consumo di prodotti bio sono confermate nell’area Nord Ovest (33,9%) e Nord Est (27,5%), seguite da Centro (26,4%) e Isole (12,2%). La ripartizione delle vendite di prodotti biologici per canale distributivo vede sempre al primo posto la Distribuzione Moderna (64,6%), seguita dai negozi tradizionali (21,3%) e dal Discount (14,1%) che però mostra segni di crescita costante e dinamismo, al contrario del dettaglio tradizionale che perde quote di mercato in modo costante negli ultimi 3-5 anni. A queste vendite di prodotto bio nei canali della distribuzione alimentare classica si aggiungono anche i consumi di biologico nel settore del consumo fuori casa (bar, ristoranti, alberghi…) che per le stime più recenti valgono circa 1,2 miliardi euro. Ricordiamo però che l’Italia è anche un grande paese esportatore di Bio e la quota destinata al mercato estero ha toccato i 3,7 miliardi euro.