Il Sovescio: sua rivalutazione ed importanza agronomica

Il Sovescio: sua rivalutazione ed importanza agronomica

La gestione della sostanza organica nel suolo rappresenta una delle sfide più importanti per gli agricoltori in questi momenti difficili dettati dalle variazioni repentine di temperatura e di precipitazioni, legate al cambiamento climatico.

In tale contesto l'agricoltura biologica può e deve fare da guida per contribuire alla sostenibilità ambientale e per fornire degli spunti che in futuro possano essere applicati anche dagli agricoltori che operano in convenzionale, limitando il ricorso a mezzi tecnici ottenuti da fonti non rinnovabili.

Nei sistemi colturali erbacei la pratica del sovescio era, un tempo, fortemente presente e riconosciuta. Il ricorso a fertilizzanti di sintesi negli ultimi sessanta-settant’anni ne ha ridotta progressivamente l'importanza, tanto è vero che la pratica era stata quasi del tutto abbandonata.

In alcune lezioni di agronomia si sosteneva addirittura che interrare una coltura da sovescio ai fini dell'aumento della sostanza organica potesse sottrarre attività biologica nel suolo (microrganismi impegnati a umificare la biomassa interrata e quindi non a disposizione per le piante coltivate) e causare una cosiddetta azione “depressiva” sulla coltura da reddito, con effetti negativi.

In questi ultimi anni, a partire dalle esperienze di agricoltura biologica, si sta assistendo ad una decisa rivalutazione di questa pratica colturale tant’è che anche in agricoltura convenzionale si inizia a parlare di “cover crops”, ossia di colture che, opportunamente inserite nella rotazione, contribuiscono, quanto meno, a tenere coperto il suolo di biomassa vegetale.

Il sovescio, se ben gestito agronomicamente, può portare una serie di vantaggi che consentono di perseguire importanti obiettivi di sostenibilità ambientale.

 

Vantaggi del sovescio

Il primo e più diretto vantaggio del sovescio riguarda ovviamente il mantenimento della fertilità che si traduce attraverso un apporto consistente di sostanza organica al suolo sul quale è cresciuta la coltura completato anche da un apporto naturale di elementi fertilizzanti dovuto al continuo lavoro dei microbi del suolo che vengono favoriti nelle loro attività così importanti di umificazione e mineralizzazione.

Altro vantaggio interessante del sovescio è l'azione protettiva che esso effettua sulle acque, sia  superficiali che sotterranee, aspetto da non sottovalutare in questa fase di cambiamento climatico.

Relativamente alle acque superficiali, se il suolo è coperto da una vegetazione di coltura da sovescio, si limitano i processi di erosione e, nello stesso tempo, viene favorita una maggior umidità dello stesso ed il relativo trattenimento dell'acqua, sempre negli strati superficiali. Per quanto riguarda le acque sotterranee, invece, la coltura da sovescio consuma nitrati e quindi limita la loro percolazione negli strati più profondi del suolo e, di conseguenza, nelle falde freatiche, evitando l’inquinamento. L’azoto trattenuto dalla coltura, una volta interrato, potrà essere a disposizione della coltura seguente.

Un altro vantaggio legato alla gestione delle acque riguarda sia una maggiore resistenza del suolo al compattamento (il terreno sempre coperto risulta più ricco di sostanza organica) unita ad una diminuzione della resistenza dello stesso alle lavorazioni.

Un quarto vantaggio riguarda il controllo delle infestanti mediante una forte copertura del suolo e quindi una competizione aumentata nei confronti delle specie non desiderate. Per ottenere appieno questo vantaggio è opportuno optare verso piante a rapido accrescimento che garantiscono forte copertura del suolo per aumentare la competizione nei confronti delle malerbe.

Infine, il sovescio favorisce un aumento della biodiversità attraverso la scelta di tante specie di famiglie botaniche diverse che devono essere scelte dall’agricoltore in funzione degli obiettivi agronomici da perseguire, con l’introduzione anche di colture che fioriscono e quindi positive per l’attività di tutti gli insetti pronubi.

 

Scelta della coltura

La tipologia di coltura da scegliere va in funzione dell'obiettivo agronomico che ci si pone. Quando un terreno è magro o povero di azoto, è preferibile impiantare una leguminosa (veccia, pisello, favino, trifogli di varie specie, erba medica). Quando invece è necessario l’aumento di carbonio nel suolo (rispetto ad una mineralizzazione dei nutritivi molto veloce, dovuta, ad esempio ad alte temperature oppure per sottrarre nitrati al dilavamento) si può seminare una graminacea (loiessa, segale, avena). In altri casi può anche essere richiesta un'attività di risanamento del suolo, la cosiddetta attività biocida che si ottiene con la semina delle crucifere (Colza, Brassica juncea, Raphanus sativus), utili soprattutto in caso di colture ortive dove risulta necessario risanare terreni sfruttati da rotazioni molto strette. Come si vede, coniugare esigenze agronomiche del momento con le caratteristiche botaniche delle piante diventa un’attività tecnicamente molto stimolante, che gli agricoltori biologici conoscono bene.

 

Accorgimenti

È preferibile la semina di sovesci in epoca autunno-vernina, sia per un elevata competizione nei confronti delle infestanti che per la maggiore possibilità di scelta di specie adatte allo scopo. Inoltre, il sovescio autunno-vernino copre il suolo per un lungo periodo di tempo.

Uno svantaggio può essere legato al ritardo nel ciclo di una eventuale coltura da rinnovo primaverile-estiva che viene un po’ posticipata nella semina per consentire lo sviluppo della coltura da sovescio.

La semina di un sovescio è da preferirsi con tecniche di minima lavorazione o sodo. Una buona soluzione poco costosa è la semina a spaglio su terreno erpicato superficialmente.

Riguardo all’epoca di interramento del sovescio è consigliato trinciare e successivamente (dopo uno o due giorni) interrare quando la coltura raggiunge la fase fenologica di circa metà fioritura ovvero quando il rapporto C/N è ottimale per favorire i processi di umificazione e mineralizzazione.

 

Conclusioni

Abbiamo esaminato come la tecnica del sovescio possa dare vantaggi agronomici ed in termini di sostenibilità ambientale. Chiaramente anche l’aspetto economico non deve essere sottovalutato. La pratica del sovescio ha un costo e come tale va considerata all'interno della gestione economica aziendale e nelle scelte da operare in funzione degli obiettivi della rotazione colturale.

In agricoltura biologica il sovescio è importante per rispettare i vincoli della rotazione previsti dal Reg. (UE) 848/2018 ed in Italia normato dal DM Mipaaf 229771 del 20/05/2022.

In questa sede ricordiamo che il DM prevede che “la coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.”

Il fatto che il sovescio di leguminosa venga equiparato ad una coltura principale rappresenta una risorsa da sfruttare per compiere scelte ragionate dal punto di vista agronomico negli avvicendamenti e ribadisce l’importanza di questa pratica colturale.