Danni da eccesso di piogge nelle regioni del medio Adriatico e Danni da Peronospora su vite

Danni da eccesso di piogge nelle regioni del medio Adriatico e Danni da Peronospora su vite

Danni da eccesso di piogge nelle regioni del medio Adriatico

Le intense e frequenti piogge avute nei mesi di aprile e, soprattutto di maggio scorsi nelle Regioni del medio Adriatico hanno determinato ingenti danni all’agricoltura. Nell’area, le precipitazioni hanno superato i 200 mm di accumulo, con picchi anche superiori nelle zone maggiormente colpite, arrivando ad un’anomalia percentuale oscillate tra il 100 e il 250%, fino oltre il 350% sul valore climatologico mensile. Nel mese di Maggio la piovosità in alcune aree ha superato i 20 giorni/mese, quando usualmente la normalità climatologica si attesta sui 10 giorni. Similmente, è risultato altissimo anche il numero di giorni con cielo coperto, fino a 24 giorni su base mensile.  Questo dato attesta che le giornate con cielo coperto sono state circa il doppio del normale valore climatologico.

A soffrire dell’anomalia meteorologica del periodo è stato tutto il settore agricolo, in particolare:

  • I vigneti, in cui la pioggia prima e il fango dopo hanno impedito di svolgere i trattamenti necessari a contrastare l’attacco della peronospora;
  • i cereali “allettati” dall’eccesso di acqua, hanno subito anche danni da mal del piede e ruggine in quanto non è stato possibile eseguire trattamenti tempestivi per limitare i danni e salvare il raccolto;
  • gli ortaggi dell’area del fucino (considerato l’orto d’Italia) completamente inondati hanno subito gravi danni da marciume;
  • gli apicoltori hanno dovuto provvedere, in condizioni precarie, ad una continuativa somministrazione di nutrizioni di emergenza per la sopravvivenza delle famiglie. In molti casi, agli apicoltori non è stato possibile raggiungere l’ubicazione degli apiari a causa del dissesto idrogeologico. Questo fatto ha comportato la morte delle famiglie. Pertanto, si è constatato che centinaia di famiglie sono morte, ed anche quelle sopravvissute, grazie alle nutrizioni apportate, non presentano uno stato di salute ottimale, e si può presumere che queste avranno difficoltà per uno sviluppo futuro. Ad oggi non è stato prodotto il miele di acacia (completamente azzerato) e non è stato prodotto alcun tipo di miele;
  • gli allevamenti hanno risentito dei danni causati alla fienagione; è andato perso il primo raccolto il più ricco di nutrienti per gli animali. Il fieno a causa delle frequenti piogge è stato steso a terra e reso inutilizzabile. Alcuni campi erano talmente intrisi d’acqua che non è stato impossibile eseguire gli sfalci. Di conseguenza, gli allevatori sono stati costretti a ricorrere all’acquisto di mangimi per sopperire alla mancanza di foraggi.

 

Danni da Peronospora su vite

Le prolungate piogge hanno avuto effetti devastanti sul settore vitivinicolo. Le infezioni di peronospora del 2023 con un gradiente e intensità di attacco crescente da sud a nord, hanno prodotto perdite di produzione stimate dal 30% al 100%. Tali perdite di prodotto, non trovano ricordo neanche nei viticoltori più anziani. La peronospora non ha risparmiato alcun organo della vite: dai grappolini sin dalla fase di differenziazione alle foglie e ai tralci, con danni economici evidenti.

A risentire maggiormente di questa precarietà sono stati i vigneti biologici; in questo contesto la produzione è stata totalmente compromessa sulle varietà tardive (100% di danno): Montepulciano, Trebbiano, Passerina, mentre il danno è stato più contenuto sulle varietà precoci: Chardonnay, Pinot, Pecorino dove gli interventi anticipati hanno consentito un migliore controllo dell’infezione.

L’inverno mite ha anticipato la ripresa vegetativa, sicché le foglie, si sono trovate esposte alle precocissime infezioni primarie favorite dalle continue precipitazioni piovose di Aprile.

Questo aspetto è stato completamente sottovalutato in campo soprattutto presso quelle aziende dove non è presente un servizio di assistenza tecnica e l’agricoltore ha eseguito i trattamenti non in funzione del reale rischio fitosanitario ma in base alla consuetudine.

Dove c’è stata un’assistenza tecnica professionale e le decisioni sono state giuste e prese in tempo, i trattamenti fitoiatrici sono stati eseguiti sin dalla seconda decade di aprile con netta riduzione dei danni. Ma, in una viticoltura molto frammentata come quella dell’area interessata, con una superficie media per ettaro molto bassa, tanti viticoltori non ricorrono ai servizi di assistenza tecnica per motivi legati prettamente all’alta incidenza dei costi.

 Criticità emerse e azioni preventive da metter in atto nelle prossime annate.

Gestione delle infezioni primarie, inverni sempre più miti stanno sempre più spesso anticipando la ripresa vegetativa così da rendere sempre più difficile la gestione delle infezioni primarie che danno avvio ai processi infettivi. Le condizioni predisponenti affinchè si verifichi l’infezione sono:

  • presenza nel vigneto di oospore mature;
  • precipitazioni nel periodo di marzo-aprile predisponenti allo sviluppo delle oospore;
  • presenza di vegetazione verde;
  • temperature miti.

Tenendo conto delle mutate condizioni climatiche e dei possibili attacchi precoci anche gravi è sempre più necessaria una gestione delle infezioni primarie di tipo preventivo cioè l’inizio dei trattamenti deve avvenire prima del verificarsi delle condizioni ottimali allo sviluppo dell’infezione; in annate come questa i trattamenti andavano anticipati anche di 15 giorni rispetto alle consuetudini dell’area.

Inerbimento, l’impraticabilità dei terreni ha reso impossibili i trattamenti perciò appare sempre più importante l’inerbimento dei vigneti anche se non per tutto l’anno almeno fino a tarda primavera così da permettere un agevole rientro in campo dei mezzi.

Assistenza tecnica, il cambiamento climatico, la continua evoluzione normativa, i nuovi principi attivi registrati sia per l’agricoltura convenzionale che per quella biologica rendono sempre più necessario un servizio di assistenza tecnica capillare su tutto il territorio e in grado di raggiungere anche le aziende più piccole. Di questo aspetto devono sicuramente tener conto i nuovi bandi regionali destinati allo sviluppo del settore agricolo.

Taratura macchine irroratrici, in un quadro così complicato un aspetto non secondario è la taratura delle macchine irroratrici. Questa attività ha lo scopo di adattare l’attrezzatura alle specifiche esigenze della coltura e definire il corretto volume di miscela da distribuire, tenuto conto delle indicazioni riportate nelle etichette dei prodotti fitosanitari. Pensiamo ad esempio cosa significa trattare una vite nella fase di germogliamento, quando la pianta è con una chioma ridotta, e cosa significa invece trattare nel pieno della vigoria e con parete fogliare fitta. La taratura ha proprio come scopo quello di adattare la macchina affinché il trattamento sia fatto nel modo migliore. Tarare correttamente una macchina irroratrice significa effettuare una bagnatura uniforme di tutta la vegetazione, evitando che sottodosaggi condizionino l’efficacia dei fitofarmaci impiegati.

In un contesto agricolo in cui gli effetti dei cambiamenti climatici possono essere “toccati con mano” è necessario un ripensamento del modello di coltivazione che coinvolga tutti gli operatori del settore: regione, tecnici, CAA, cooperative così da consentire alle aziende di essere pronte a scenari imprevisti.