Le nuove norme nazionali del bio: le rotazioni
Autore: Michele Battaglia - Ufficio Attività di controllo e certificazione Prodotti Biologici CCPB
Le rotazioni e le sequenze colturali sono tra le novità oggetto del Decreto Ministeriale n. 229771 del 20 maggio 2022 (qui PDF), in attuazione del regolamento (UE) 2018/848 del Parlamento e del Consiglio del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici. Ricordiamo che il DM è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, e quindi non è ancora in vigore.
Il decreto contiene dunque disposizioni per l’attuazione del Reg. (UE) 2018/848 in materia di conversione, produzione vegetale, produzione animale, produzione di alghe e animali da acquacoltura, di alimenti trasformati, di vino, gestione delle deroghe, adozione di norme eccezionali di produzione, etichettatura (ne parialiamo qui), adempimenti degli operatori ai fini del controllo, trasmissione di informazioni. Prendiamo in esame l’art.4 al riguardo delle rotazioni colturali.
Le principali novità
Produzione vegetale: il mantenimento e il potenziamento della fertilità del suolo e la tutela della salute delle piante sono ottenute attraverso la rotazione. Colture seminative, orticole non specializzate e specializzate in pieno campo possono tornare sullo stesso appezzamento dopo almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi. Sono previste però le seguenti deroghe:
- Un cereale autunno-vernino può succedere a sé stesso o ad un altro cereale autunno-vernino per un massimo di due cicli colturali, che devono essere seguiti da almeno due cicli di colture principali di specie differenti, almeno uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi;
- Il riso può succedere a se stesso per un massimo di tre cicli seguiti almeno da due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa;
- Gli ortaggi a foglia a ciclo breve possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli consecutivi. Successivamente ai tre cicli segue almeno una coltura da radice/tubero oppure una coltura da sovescio;
- Le colture da taglio non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata massima di sei mesi, la coltura da taglio è interrata e seguita da almeno una coltura da radice/tubero oppure da un sovescio
Colture da sovescio
La coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.
Tutto quanto previsto sopra non si applica alle coltivazioni legnose da frutto. Nel nuovo DM si precisa “colture principali” e scompaiono i sovesci.
In tutti i casi di cui sopra, la coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.
Tutte le valutazioni di conformità delle sequenze colturali devono essere svolte tenendo conto dell’intero avvicendamento; le sequenze colturali che prevedono la presenza di una coltura erbacea poliennale, ad es. erba medica, sono ammissibili.