Certificare la sostenibilità della filiera vitivinicola: CCPB a Vinitaly 2022
Autore: Ufficio Stampa -
Sostenibilità in viticoltura e nelle produzioni vinicole, e attenzione alla crescita del vino biologico. Sono i due argomenti su cui si concentrerà l’ente di certificazione CCPB per la sua partecipazione a Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, che dal 10 al 13 aprile torna a Verona dopo due anni di blocco a causa della pandemia. CCPB sarà presente al padiglione 8, stand F5.
Il nuovo disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola
La novità per la sostenibilità della filiera vitivinicola è l’avvio da parte del MIPAAF di un disciplinare di certificazione nazionale. Una notizia attesa che per il 2022 vedrà lo standard associato al Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI), che anche CCPB già certifica.
Il disciplinare si prefigge di "garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo". Tutto questo si traduce in un insieme di regole produttive e buone pratiche che toccano sia la fase agricola che quella di post raccolta e trasformazione. Tra i punti affrontati ci sono la preservazione della biodiversità, l'impiego di fertilizzanti, l'utilizzo delle risorse idriche, i consumi energetici in cantina e la gestione dei reflui. Ne parleremo in fiera a Vinitaly e in un webinar dedicato che stiamo organizzando per la fine di aprile, ulteriori informazioni le troverete prossimamente sul sito www.ccpb.it.
Vino biologico
Negli ultimi due anni la crescita del vino biologico è proseguita sia sul versante delle produzioni che su quello dei consumi. Nel 2020 infatti le superfici bio per l’uva da vino sono cresciute da 107 a 115mila ettari (dati Sinab), da cui sono stati prodotti circa tre milioni di ettolitri, ossia il 6% di tutto il vino prodotto in Italia. Un trend che trova conferma nelle vendite: negli ultimi tre anni sono aumentate del 60%, e si prevede che per il 2021 possano toccare i 50 milioni di fatturato (dati Wine Monitor Nomisma).
Un successo dovuto al valore percepito dai consumatori sia verso la qualità delle produzioni, che verso il rispetto dell’ambiente.