Vigna e vino Bio sempre in crescita
Autore: Davide Pierleoni - Responsabile Ufficio Commerciale e Marketing

Secondo le più recenti statistiche fornite da SINAB (Sistema Informativo Nazionale Agricoltura Biologica) al 31.12.2019 sono coltivati in Italia circa 109.000 ettari di vite da vino.
Erano 106.000 nel 2018, 105.000 nel 2017 e 103.000 nel 2016. Un quarto di questi è ancora in conversione; in poche parole, si tratta di vigneti entrati in biologico da meno di 36 mesi e quindi non ancora in grado di fornire uve biologiche da cui fare un vino Bio.
I numeri del vino bio
Questi 109.000 ettari di vite sono diffusi sul territorio italiano in modo abbastanza equo; il 23% nella circoscrizione Nord, il 23% al Centro, il 25% al Sud e il 29% nelle Isole. Le Regioni che hanno maggiormente creduto nella vite Bio sono Sicilia, Puglia e Toscana che da sole - in valore assoluto - valgono il 56% dei 109.000 ettari totali.
Secondo un recente studio di Ismea appena pubblicato,
"…il fenomeno della diffusione della coltivazione biologica della vite da vino, assume significato anche per la sua incidenza rispetto alla superficie totale destinata a vite. Prendendo a riferimento il valore di 18,8% che emerge come dato nazionale medio, risaltano a livello regionale le quote della Calabria (55,2%), delle Marche (41,9%), della Sicilia, (35%) e dell’Umbria (26,5%) …”
Le aziende agricole che coltivano con metodo biologico vite da vino sono 18.200. Dal lato della trasformazione e quindi della produzione di vino, sono circa 2.100 le cantine, con una produzione media espressa in ettolitri pari a circa 1000. In termini di ettolitri, le regioni italiane che occupano le prime tre posizioni di questa speciale classifica sono Sicilia, Puglia e Toscana.
I consumi di vino bio
Dal punto di vista dei consumi, il vino biologico vede crescere la domanda in Italia e occupa una fetta sempre più crescente delle quote di mercato, testimoniato dal sempre maggiore spazio che il vino Bio conquista nella Grande Distribuzione. Sul fronte nazionale, le vendite al dettaglio fanno emergere un peso in valore delle vendite di vino biologico presso la GDO che si aggira su un livello poco inferiore al 2%. Tuttavia, dal 2010 le vendite sono aumentate a un tasso di crescita annuo medio del 31% che fa ben sperare per il futuro.
Secondo le ricerche Nielsen, il consumo di vino Bio in Italia rappresenta ancora una nicchia; infatti, su 100 euro di spesa per l’acquisto di vino, solo 1,8 euro sono destinati al vino biologico ed è quindi immaginabile come tale comparto riservi un potenziale di crescita ancora da scoprire. Considerando l’acquisto di vino Bio sulla base della tipologia nel canale della distribuzione moderna, solo il 3% dei vini biologici rientra nella categoria dei vini comuni e quindi sprovvisti di riferimenti alle indicazioni geografiche o alle denominazioni di origine. Sono invece i vini a marchio DOC e DOCG quelli che raggiungono i maggiori incrementi percentuali nelle vendite (+13,4%) rispetto al periodo precedente e che rappresentano il 52,5% del vino Bio venduto.
Sul versante dei prezzi, le analisi Nielsen hanno confrontato i prezzi dei vini Bio e convenzionali nella segmentazione sulla base delle indicazioni d’origine. Se la differenza di prezzo nei vini comuni è del 23%, nei vini a denominazione il “premium price” cresce. Infatti, un vino biologico DOC/DOCG viene venduto mediamente ad un prezzo maggiore del 41%; per i vini a indicazione geografica IGT/IGP il differenziale tocca quota 64%.
In conclusione: ci sono margini per un ulteriore crescita
Di fronte a questi dati - tutto sommato - positivi, non si deve però dimenticare che il 2020 e in parte il 2021 sono stati anni in cui il canale di mercato dell’Ho.Re.Ca. ha subito un durissimo colpo ed in questo canale il vino ed il vino Bio aveva una collocazione centrale. Con la ripartenza dei consumi “fuori casa” è immaginabile che le cose non potranno che migliorare, in quanto un vino buono e biologico incontra perfettamente le aspettative del consumatore sempre più orientato all’acquisto di prodotti “green”, con forti contenuti ambientale, sociali ed etici.