Tessile biologico: le nuove versioni OCS 3.0 e GOTS 6.0
Autore: Michela Guidarelli - Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB
Dal 1 Marzo 2021 sono entrate definitivamente in vigore le nuove versioni per i due standard del tessile biologico OCS 3.0 e GOTS 6.0. Le revisioni sono state emesse a seguito di un lungo processo di riesame che ha coinvolto esperti di tutto il settore tessile comportando su molti punti una proficua collaborazione tra GOTS ed OCS. Ma vediamo in dettaglio, quali sono le principali novità.
OCS 3.0
Composizioni ammesse
Con l’emissione della versione 3.0 OCS, una delle principali novità è che un prodotto certificato come OCS100 (contenuto di materiale organico che va dal 95% incluso al 100%) non può più contenere un materiale dello stesso tipo, certificato e non certificato. Ad esempio una maglietta contenente il 95% di cotone biologico e il 5% di poliestere può essere etichettata OCS-100, ma una T-Shirt contenete il 95% di cotone biologico e il 5% di cotone convenzionale non può esserlo (B1.4 e B2.1.1).
Particolare attenzione alla materia prima
L’aggiornamento dello standard OCS ha posto particolare attenzione alla disposizione di controlli più esigenti da parte delle organizzazioni che si occuperanno della trasformazione della primaria della materia prima, dunque a livello del primo step della filiera produttiva. Sarà infatti necessario verificare (attraverso Scope Certificates e Certificati di transazione) che tutte le materie prime siano biologiche e provengano da aziende agricole certificate da un organismo di certificazione accreditato.
Tra le certificazioni ammesse ci sono USDA National Organic Program (NOP), Regolamento (CE) 834/2007 e UE 2018/848, o qualsiasi altro standard organico approvato nella famiglia di standard IFOAM. Quando il materiale biologico è cotone, l'organizzazione che si trova al primo step della filiera produttiva deve condurre test presso laboratori accreditati (ISO 17025), per saggiare la presenza di organismi geneticamente modificati (OGM). Tale screening, svolto secondo il protocollo ISO IWA 32:2019, deve essere fatto durante i primi step della filiera produttiva, su cotone non trasformato (grezzo) e non trattato chimicamente, in modo da assicurare la presenza di una sufficiente quantità e qualità del DNA nel seme o nella fibra (C1.1)
Dovranno inoltre essere svolti Test di qualità sulla fibra organica della materia prima relativi alla lunghezza (Ne, Nm o Tex) ed alla finezza (Mic) della fibra. Tali test insieme ai test OGM saranno riportati nel box 10/17 del certificato di transazione dal primo step di trasformazione della materia prima. Inoltre per le unità che si occupano di filatura, la lunghezza della fibra lavorata dovrà corrispondere ad un rispettivo range di titolo del filato prodotto considerando le tabelle 2, 3, 6 del manuale OCS 3.0 a pag. 17. Il titolo del filato prodotto ed il rispettivo lotto dovranno essere riportati nel box 10/17 del certificato di transazione. (D2.1)
Se invece la materia prima è lana biologica, potrà essere ammessa solo se non è mulesed o proveniente da un'azienda agricola con stato di mulesing cessato. (D.1.1).
GOTS 6.0
Composizioni ammesse (2.4.9.1)
Anche per la nuova versione GOTS non sarà più possibile miscelare fibre biologiche e convenzionali dello stesso tipo nello stesso prodotto. Ora le fibre vergini sintetiche ammesse sono polyamide, polypropylene, elastomultiester (elasterell-p) e polyurethane (elastane) e solo fino al 10%. Vengono meno le deroghe che erano previste per prodotti sportivi e calzetteria. Tutti i materiali aggiuntivi devono inoltre soddisfare i valori limite per i residui elencati nella sezione 2. 4. 16 del manuale.
Materia prima
Particolare attenzione anche per la versione 6.0 di GOTS alla materia prima derivante dai primi step di trasformazione. Come per l’OCS l’organizzazione che presenta richiesta di TC dovrà fornire informazioni tecniche relative ai test di rilevazione di OGM eseguiti da laboratori di prova adeguatamente accreditati (ISO 17025) utilizzando il protocollo ISO IWA 32 su cotone non trasformato e non trattato chimicamente. (4.2). Le informazioni relative ai TC delle unità di sgranatura con i rispettivi test OGM dovranno essere forniti mensilmente a GOTS dall’organizzazione di certificazione (4.2). Per le unità di sgranatura dovranno essere rilevati test sulla lunghezza (Ne, Nm, Tex) e finezza (Mic) della fibra. Per le unità di filatura dovranno essere valutati i titoli del filato prodotto, in conformità al manuale OCS 3.0 pag. 17 tabella 2, 3, 6.
Anche per GOTS ver. 6.0 la lana utilizzata deve essere mulesing-free, cioè non proveniente da animali che hanno subito la pratica del mulesing. Viene introdotto e valorizzato il concetto di benessere animale anche per le fibre animali non biologiche. (2.4.9.1)
Input chimici
Molte novità riguardano l’approvazione degli input chimici in conformità allo scope 4. Vengono aggiornate liste delle sostanze proibite (flame ratardants, Chlorinated toluenes, Glycol Derivatives, Medium-chain chlorinated paraffins MCCPs, Cyclic Siloxanes, Microplastiche, ammessi biocidi PT06). (2.3)
Cambiano radicalmente i requisiti per le aziende che producono input chimici: diventa obbligatoria una gestione del prodotto (Product Stewardship), che includa analisi e un sistema di assicurazione qualità. Diventa parte del processo di approvazione degli input chimici non solo la valutazione documentale ma anche una verifica ispettiva da parte dell’ente di certificazione, per valutare la conformità a requisiti ambientali e di salute e sicurezza. La verifica deve essere condotta in fase iniziale e almeno ogni 3 anni, ma GOTS concede fino al 1° marzo 2022 per l’adeguamento ai nuovi requisiti.
Requisiti per il confezionamento (1.4 e 2.4.12.2)
I prodotti certificati GOTS venduti al consumatore finale devono essere etichettati GOTS; le indicazioni relative alla certificazione e l’utilizzo del logo devono avvenire in conformità all’apposita linea guida. In ottica di sostenibilità e riduzione della plastica è vietato l’utilizzo di appendiabiti in plastica vergine, mentre sono ammessi quelli in plastica riciclata. L’utilizzo della plastica dovrebbe in ogni caso essere limitato.
Qualora si utilizzi materiale di confezionamento tessile, le fibre devono essere biologiche o in conversione oppure devono rispettare i requisiti per le fibre aggiuntive senza limiti di percentuale. In ogni caso devono essere rispettati i valori dei residui massimi ammessi in vigore per i prodotti certificati GOTS o per le fibre aggiuntive.
Requisiti ambientali (2.4)
E’ stato inserito l’obbligo di monitorare i gas serra (GHG) e di erogare formazione al personale in materia di conservazione delle risorse idriche ed energetiche, della corretta gestione, minimo utilizzo e smaltimento delle sostanze chimiche.
Parametri tecnici di qualità (2.4.14)
Il rispetto dei parametri tecnici di qualità (solidità allo sfregamento, solidità al sudore, solidità alla luce, variazioni dimensionali, solidità alla saliva, solidità al lavaggio) diventa vincolante. I parametri e i relativi metodi di analisi vengono aggiornati e riorganizzati
Filatura (2.4.2), rifinitura e confezione (2.4.8)
Gli oli macchina che possono venire a contatto con le merci GOTS devono essere privi di metalli pesanti
Criteri sociali
La sezione è stata riorganizzata e aggiornata con novità importanti, in conformità agli ultimi aggiornamenti ambito ILO, ONU e OECD. Agli enti di certificazione è richiesto di studiare, assimilare e considerare le condizioni locali e nazionali di ogni paese in cui operano per condurre un’analisi del rischio.
Le organizzazioni certificate devono diffondere presso i lavoratori con adeguati mezzi la consapevolezza sui criteri sociali GOTS. Nel paragrafo dedicato alla libertà del lavoro (3.2), vengono esplicitamente vietate ogni forma di pagamento richiesto ai lavoratori per poter ottenere un impiego e di obbligo all’utilizzo di alloggio o trasporto forniti dall’organizzazione.
La sezione dedicata al diritto di associazione e contrattazione collettiva (3.3) viene ampliata, prevendendo un impegno attivo dell’organizzazione certificata che deve avere un atteggiamento aperto e supportante, non deve attuare nessuna forma di discriminazione, intimidazioni o paura di rappresaglia nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori o dei lavoratori appartenenti a organizzazioni sindacali, deve informare pubblicamente ed efficacemente i lavoratori del loro diritto alla contrattazione collettiva, deve rispettare gli accordi derivanti dalla contrattazione collettiva, non deve negare tempo e risorse ai lavoratori per eleggere i propri rappresentanti, deve garantire che ogni categoria di lavoratore possa eleggere i propri rappresentanti e deve garantire incontri regolari tra rappresentanti della direzione e dei lavoratori. Sono meglio esplicitati alcuni criteri relativi ai giovani lavoratori (3.4) e viene chiarito che la formazione e tutti i segnali di sicurezza devono essere nella lingua locale e nelle lingue parlate dai lavoratori (3.6).
La sezione relativa a violenza e molestie (3.7) viene aggiornata e ampliata, con esplicito divieto di molestie e violenze basate sul genere, al rispetto e alla dignità dei lavoratori, alla tutela delle lavoratrici donne, ad un impegno attivo dell’organizzazione certificata, che comprenda anche un sistema di segnalazioni che garantisca l’anonimato.
La parte relativa al salario (3.8) ora include anche un capitolo che tutela i lavoratori retribuiti a cottimo e dà indicazioni sulle modalità di pagamento del salario. La novità principale però riguarda l’obbligo dell’organizzazione certificata di calcolare il salario di sussistenza e di calcolare il “wage gap”, cioè la differenza tra il salario percepito e il salario di sussistenza.
Viene aggiunta una sezione dedicata ai lavoratori migranti (3.11), che garantisce diritti anche a questa categoria di lavoratori spesso a rischio, con condizioni parificate ai lavoratori locali, accesso ai documenti di viaggio, disposizioni contrattuali disponibili in una lingua comprensibile, ecc.
Comportamento etico (5)
Il capitolo è stato riorganizzato e ampliato, aggiungendo l’obbligo di un codice di condotta, l’obbligo di aderire alle linee guida OECD, il vincolo a dotarsi di un sistema di segnalazioni che garantisca l’anonimato e la presa in carico delle segnalazioni ricevute, nonché l’obbligo di erogare formazione in materia.