CCPB certifica il “Nichel Free”

Il Nichel è un metallo pesante molto diffuso in natura; è presente in tracce negli alimenti, nei vegetali, nei cosmetici, nei tessuti, accessori di bigiotteria e addirittura nell’acqua.
La presenza di tracce di Nichel è inevitabile nella maggior parte dei prodotti convenzionali che acquistiamo ogni giorno e l’assoluta assenza di questo elemento negli ortaggi, frutta, cosmetici e vestiti che utilizziamo quotidianamente è pressoché impossibile.
Allergie e tutele
Alcune persone, purtroppo, soffrono di un disturbo allergico (SNAS), dovuto al contatto con piccole quantità di Nichel. Gli studi clinici indicano che concentrazioni di circa 1 mg/kg di questo allergene non dovrebbero provocare reazioni nei soggetti sensibili.
A tutela di queste persone, esistono certificazioni volontarie di prodotto, le quali garantiscono una ridotta presenza di Nichel nell’oggetto certificato. Tali norme tecniche obbligano, di consueto, il produttore ad indicare in etichetta il limite analitico di riferimento; ed è bene prestare la massima attenzione a tale parametro.
Cosa fa e come funziona la certificazione
Molte certificazioni permettono all’azienda certificata di scegliere il limite entro il quale il prodotto è considerato “testato per il Nichel”; normalmente tale valore è sotto la soglia critica di 1 ppm o mg/kg, ma a volte non ci si allontana di molto.
Se consideriamo l’effetto accumulo che l’uso e il consumo di diversi prodotti ogni giorno può generare in soggetti allergici, possiamo affermare che più basso è il limite di determinazione analitica, più sicuri sono i prodotti.
Per questo motivo, il Documento Tecnico di Prodotto 22, Nichel Free, di CCPB garantisce l’assenza di Nichel al di sopra della soglia analitica di 0,01 mg/kg (o ppm come di usava qualche anno fa). Tale limite è ad oggi il più basso tra le diverse certificazioni ed impone, alle organizzazioni certificate, un notevole impegno sul controllo della filiera.
Autore: Vincenzo Arra
Tags: agroalimentare, sicurezza alimentare, nichel