Il Bio che non conosco
Prendo spunto dai risultati di un questionario pubblicato sulla rivista Cucina Naturale di ottobre 2020.
Vero o falso del bio
Questionario cui hanno risposto 2.400 persone in cui erano riportate 13 affermazioni alle quali si doveva attribuire il vero o il falso. Ne sono stato attirato perché, nonostante da più parti e da alcuni anni si affermi che il consumatore conosce il prodotto biologico, alcune risposte stiano invece a testimoniare il contrario.
Il bio può non essere certificato? NO
Ad esempio all’affermazione “i prodotti biologici sono tutti certificati” ben il 37% ha risposto che non è vero; questo deve far riflettere perché una parte consistente non conosce uno dei pilastri su cui si regge il biologico. Può significare che alcuni produttori che vendono direttamente al consumatore finale qualifichino il loro prodotto come biologico anche se è un reato? Se così fosse è grave così come nel nostro paese l’autorità pubblica in tutti questi anni ha cercato e cerca di “sostituire” alla certificazione volontaria il significato del controllo ufficiale con enti ed organismi dipendenti dalla stessa autorità. Sono situazioni che comunque riducono il peso ed il ruolo della certificazione inducendo il consumatore a ritenere che i prodotti biologici abbiano garanzie paragonabili agli analoghi prodotti convenzionali e questo è quello che accade quando non si rafforza il ruolo della certificazione con norme che la sottomettono sempre più al sistema di controllo ufficiale che, invece, ha un ruolo ben diverso e più preminente nei confronti della società civile.
Acqua e sale si possono certificare come bio? NO
Dal questionario emergono anche altri elementi che denotano come il consumatore non abbia una spiccata conoscenza del biologico. Il 52% dei rispondenti non sa che acqua e sale non possono essere certificati biologici, oppure il 56% ritiene che negli alimenti biologici possano esserci coloranti di sintesi. Ancora, il 57% afferma che gli ortaggi biologici siano più deperibili del convenzionale quando il ciclo della pianta e dei frutti o bacche che ne derivano sono i medesimi; forse nel caso della frutta non essendo possibile usare taluni conservanti si giunge prima a perderne le caratteristiche organolettiche.
Sul piano della produzione animale, il 47% dei rispondenti ha affermato che gli animali biologici non vivono più a lungo quando invece corrisponde al vero non essendo “forzati” ed anche perché i convenzionali producono molto nel più breve tempo possibile avendo indici di conversione degli alimenti molto elevati.
Comunicare
Dopo più di trent’anni di regolamentazione comunitaria nel biologico e con una penetrazione commerciale superiore al 90% ci sarebbe piaciuto notare una maggiore preparazione su alcuni “fondamentali” del settore. Forse occorre tornare a qualche campagna informativa e promozionale sul settore sia da parte delle istituzioni preposte che da parte delle associazioni di produttori e più in generale degli operatori.
Certificazione: Reg. CE 834/2007, il biologico nell’Unione Europea