l Biologico ai tempi del Covid-19 va bene
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Parafrasando “L'amore ai tempi del colera”, celebre romanzo dello scrittore Gabriel García Márquez, Premio Nobel per la letteratura nel 1982, il Biologico ai tempi del Covid-19 va bene.
Se i timori all’inizio del lockdown erano di un crollo dei consumi bio, causato dalle ristrettezze economiche in cui stanno versando gli italiani e dalla necessità di risparmiare conseguente alla perdita di reddito, solo in parte mitigata dalle misure di sostegno varate dal Governo Conte come la cassa integrazione straordinaria e i vari bonus una tantum, ecco la smentita dalle più recenti rilevazioni statistiche.
In Italia
Secondo l’Osservatorio di Mercato del CSO Italy di Ferrara, la ricerca di un prodotto più salubre, salutare e, soprattutto, sicuro, ha premiato la crescita dei consumi di ortofrutta biologica e confezionata. Per il bio a marzo 2020, i volumi sono aumentati del 14% rispetto allo stesso mese del 2019, con un aumento analogo dei prezzi medi (+14%), mentre per l’ortofrutta confezionata si è registrata un’impennata della domanda del 24%.
A conferma di quanto sopra, anche una indagine curata da Assobio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali che, assieme a Nielsen Connect, ha voluto verificare quanto stesse accadendo al prodotto bio in tempi di Covid-19. Secondo Nicola De Carne della Nielsen Connect, «la corsa agli acquisti nei supermercati ha rilanciato il trend dei prodotti biologici, scelti non solo nelle categorie che hanno maggiormente beneficiato della situazione contingente, ma anche in molte aree del freschissimo, dove l'elemento di rassicurazione del cliente finale ha fatto la differenza». La ricerca ha confermato un aumento delle vendite di prodotti biologici nella grande distribuzione (19.6%) con picchi nei discount (+23.7%) e nei piccoli supermercati di quartiere (+26.2%)
All’estero
Secondo un nuovo rapporto curato dalla società di ricerca Ecovia Intelligence, i rivenditori on-line sono quelli che stanno registrando la più alta crescita di vendite. Negli Stati Uniti, Whole Foods Market (Amazon per capirci) ha iniziato a limitare il numero dei suoi clienti di generi alimentari on-line a causa di una domanda senza precedenti. Nel Regno Unito, Abel & Cole ha registrato un aumento del 25% degli ordini di vendita e Riverford, un’azienda di consegna biologica di ortaggi e aziende agricole, sta segnalando un aumento della domanda. Nourish Organic, un rivenditore on-line indiano, ha registrato un aumento delle vendite del 30% il mese scorso.
Anche chi vende nei negozi “reali” ha registrato dei benefici nel periodo di lockdown. In Francia, riferisce Ecovia, alcuni negozi di alimenti biologici stanno registrando una crescita superiore al 40%. Finn Cottle, consulente commerciale per la certificazione di Soil Association, ha dichiarato a FoodNavigator che le vendite di prodotti biologici sono state sostenute durante il periodo di blocco: “Nonostante l’attuale crisi, il mercato biologico nel Regno Unito supererà i 2,5 miliardi di sterline entro la fine dell’anno, raggiungendo una crescita di oltre il 50% in un decennio”. I prodotti biologici hanno ottenuto risultati migliori rispetto alle alternative convenzionali e il settore biologico ha registrato una crescita più elevata rispetto alla vendita al dettaglio complessiva a marzo e aprile, ha rivelato Cottle. Gli aumenti significativi nell’acquisto di prodotti alimentari si sono registrati con tè e caffè e dolci fatti in casa, insieme a vino biologico, carne di manzo, burro e grassi”.
Cosa dicono i clienti CCPB
Secondo la testimonianza di Alce Nero, storico brand italiano, riportata da Italiafruit, sono significativi gli aumenti soprattutto per i prodotti “da dispensa” come pomodoro in bottiglia, legumi lessati, zucchero di canna, sughi pronti, farine, riso, dadi vegetali e aceto, ma anche per composte, caffè, pasta e miele. Importante anche la crescita dell’e-commerce, visto che gli ordini processati on-line da Alce Nero sono aumentati da una media di 20-25 a 120 ordini al giorno, circa 5-6 volte di più, per poi tornare a valori più normali a maggio. «Ma l’aumento sarebbe stato maggiore se non avessimo avuto limiti fisici per soddisfare le richieste – spiega Massimo Monti AD di Alce Nero – Per questo abbiamo deciso di bloccare il sito al raggiungimento di un certo numero di ordini e siamo riusciti così a mantenere i tempi di consegna a 3-4 giorni di media. Da segnalare però che non abbiamo mai avuto problemi di assortimento fra i prodotti, grazie all’alto livello di scorte, 15 mesi di produzione, garantito dai nostri soci produttori, che rappresentano l’unico canale di approvvigionamento dell’azienda».
Certificazione: l Biologico ai tempi del Covid-19 va bene