Il Covid-19 spingerà le vendite on-line dei prodotti biologici?
Autore: Davide Pierleoni - Responsabile Ufficio Commerciale e Marketing

L'epidemia di Covid-19 sta spingendo i consumi di prodotti alimentari venduti attraverso i canali online con consegna a domicilio. Il bio rientra in questa dinamica di mercato, vediamo come.
Cosa dice il regolamento UE sulle vendite online di prodotti bio
I negozi al dettaglio che commercializzino i prodotti biologici confezionati direttamente al consumatore o utilizzatore finale sono esentati dall’ottenere la certificazione prevista dal Reg. CE 834/2007, quando siano rispettate le seguenti condizioni:
- tali prodotti non siano ottenuti e/o preparati nel punto vendita;
- siano immagazzinati solo in connessione con il punto di vendita;
- non siano importati da un paese terzo;
- le attività di cui sopra non siano date in subappalto a terzi.
La Corte di Giustizia europea, interpellata dalla Germania che domandava se l’obbligo di cui sopra ricadesse anche in capo agli esercenti di attività di vendita al dettaglio tramite e-commerce, nel 2017 ha deciso che tali operatori dovessero essere controllati e certificati (per maggiori informazioni rimandiamo a un precedente articolo della nostra newsletter).
I dati di mercato
Uno studio effettuato da ISMEA-CIHEAM-MIPAF dal titolo “Il mercato italiano online dei prodotti agroalimentari biologici" (qui il Rapporto completo), ci fornisce un quadro di quanto accaduto in passato, consentendo anche di immaginare cosa potrebbe accadere in futuro. Attraverso un sondaggio condotto su su un campione di 3.792 acquirenti italiani che usano abitualmente il canale online, il rapporto illustra:
- le caratteristiche merceologiche acquistate dalla maggioranza dei rispondenti al sondaggio sono olio extravergine di oliva (73% del totale), miele (70%), pasta/pane/biscotti/pasticceria (66%), frutta (65%), cereali e prodotti per la prima colazione (65%) e verdura (63%)
- le scelte d’acquisto: tra i fattori presi in considerazione, il 30% del campione guarda principalmente alla qualità percepita o alla conoscenza pregressa di una particolare marca o di un prodotto, mente per il 26% la caratteristica fondamentale nella scelta è la provenienza italiana; seguono le informazioni presenti in etichetta ed il prezzo più conveniente, entrambi fattori ritenuti più importanti dal 16% del campione
- frequenza di acquisto online: il 40% del campione acquista online prodotti bio almeno una volta a settimana (l’11% più di una volta a settimana), il 43% una volta al mese o più volte al mese, mentre gli acquirenti occasionali (meno di una volta al mese) sono circa il 16% del totale; inoltre, il 62% dei rispondenti utilizza ancora i canali di vendita fisici più frequentemente dell’e-commerce
All’interno di questo quadro:
L’indagine ha permesso di analizzare le ragioni che spingono a preferire il canale online negli acquisti biologici rispetto ai classici punti vendita fisici; per il 38% del campione la consegna a domicilio è un fattore determinanti nella preferenza dell’e-commerce, mentre il 35% rileva una maggiore economicità dei prodotti venduti online. L’evoluzione della spesa online di prodotti biologici tracciata dall’indagine conferma il trend crescente del canale online per l’Italia; il 60% dei 520 consumatori ha dichiarato un incremento della spesa online nel corso del 2019 rispetto all’anno precedente, mentre il 70% ha riportato un incremento negli ultimi 5 anni. Anche le attese per il futuro a breve e medio termine indicano una crescita attesa per la maggior parte dei consumatori: il 36% prevede di spendere di più online per gli acquisti di biologico già nel 2020 rispetto a quanto fatto nel 2019 ed il 49% si attende una crescita nel prossimo triennio.
I principali player sono certificati. Gli altri?
Se le più importanti catene della GDO o del dettaglio specializzato sono oggi certificate, non possiamo essere sicuri che tutti coloro che effettuano e-commerce lo siano. Si tratta di soggetti che operano su aree di mercato più locali o con un elevato livello di specializzazione per singole categorie di prodotti e che, per semplice ignoranza della legge, effettuano tale attività privi di certificazione. Dal loro canto, gli enti certificatori sono impotenti per contrastare questo fenomeno di elusione dai controlli e gli unici in grado di farlo efficacemente sono gli organi di vigilanza ufficiali (ICQRF, Carabinieri Comando Politiche Agricole).
Abbiamo avuto notizia di attività di controllo poste in essere proprio dall’Istituto Controllo Qualità e Repressione Frodi, tese a verificare se i titolari di partita IVA che effettuano vendite on-line attraverso siti internet siano certificati da uno degli organismi autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. In più di un caso, sono state emesse diffide con un invito a regolarizzare la propria posizione entro 30 giorni dal rilievo, regolarizzazione che consiste appunto nell’acquisire la certificazione prevista dalla legge.
Certificazione: Reg. CE 834/2007, il biologico nell’Unione Europea