Fosforoso, paradigma del biologico

Pubblicato il: 16/12/2019

Autore: Fabrizio Piva - Amministratore Delegato CCPB

Fosforoso, paradigma del biologico

Torno sul tema dell’acido fosforoso o fosfonico perché sembra essere abbastanza paradigmatico del biologico italiano in questi ultimi anni.

Il carattere olistico del biologico

Il biologico nazionale sembra dipendere dall’asticella di residuo che a breve verrà fissata per l’acido fosforoso/fosfonico (si tratta della stessa cosa essendo due tautomeri) sui prodotti, ma così si dimentica che il bio è un settore olistico, dove il risultato finale deriva dal concorso di una serie di fattori che agiscono positivamente nel processo di produzione, nella loro complessità, interazione e circolarità. Fissando un livello di residuo di fosforoso si dimenticano queste caratteristiche.

Analizzare il fosforoso

Sino alla fine del 2018 si interpretava la presenza di un residuo come frutto di un intervento con sostanze non ammesse (fosfiti e/o Phosetyl Alluminio) solamente quando vi era la presenza contemporanea sia di acido fosforoso/fosfonico che di acido etilfosfonico. Il metodo di analisi di queste sostanze infatti prevede la presenza di entrambi i due metaboliti e non solamente di uno di questi. Dall’inizio di quest’anno, invece, si è deciso che basta la presenza del fosforoso/fosfonico: secondo un lavoro di campionamento su alcune colture ortofrutticole da parte del CREA la presenza del solo fosforoso è già di per sé probante.

Mancanza di certezze

Non è dato sapere la ragione scientifica di questa scelta: in alcuni fertilizzanti organici la presenza del fosforoso sembra essere presente indipendentemente dall’aggiunta di sostanze non ammesse, mentre sui trasformati l’assioma non regge e anche sulle colture poliennali la sostanza si accumula negli organi perenni cedendola gradualmente ai frutti dimostrando come la sostanza sia una sostanza organica e “sistemica” all’interno della pianta.

In virtù del DM 309/2011, la presenza di questa sostanza al di sopra di 0,01 ppm, ha comportato indagini lunghe e costose e perfino qualche soppressione delle indicazioni del metodo biologico, senza però avere la certezza che queste presenze potessero essere ricondotte ad interventi con sostanze non ammesse. Di fatto l’incertezza si scarica sul sistema produttivo formato dagli operatori del settore agroalimentare, organismi di certificazione inclusi. L’assenza di chierezza è resa plastica anche dal fiorire di differenti limiti di decertificazione apparsi in questi ultimi mesi: 0,01 – 0,05 – 0,1 – 0,5 e 2 ppm a seconda in certi casi delle categorie di prodotto e degli anni.

Gli altri paesi

Negli altri paesi europei non hanno fissato un limite legale di residuo che porta alla decertificazione ma solamente delle linee guida volontarie che allertano una soglia di indagine ed attenzione (a questo proposito non dimentichiamo che il regolamento prevede comunque scatti un’indagine alla presenza di qualsiasi livello di residuo!) che porta l’organismo di certificazione a valutare se si tratta di presenza accidentale e/o tecnicamente inevitabile oppure frutto di un intervento non ammesso. Attività, questa, sempre posta in essere che ha portato i nostri colleghi certificatori stranieri, almeno sul piano normativo, ad accettare le nostre conclusioni.

Cosa fare

Se ora si vuole ragionare su di un limite di residuo inerente il solo fosforoso o fosfonico almeno si riconsideri il metodo di analisi perché se il metodo prevede la presenza di due metaboliti distinti non si capisce come lo stesso metodo possa essere probante con uno solo dei due.

Inoltre, sul piano legale, si deve tenere conto che esiste un regolamento europeo, il 552/2019, che fissa il limite di determinazione a 2 ppm ove per limite di determinazione si intende la minima quantità di residuo misurato da cui è possibile dedurre con ragionevole certezza statistica la presenza dell’analita. Principio assunto anche nel Codex Alimentarius della FAO. Si tratta di un principio scientifico che va al di là del concetto di biologico o convenzionale ed aiuta il sistema a non esporsi sul piano probatorio con rischi di contenzioso fuori controllo.