Le ultime frontiere della sostenibilità dell’ortofrutticoltura bio

Pubblicato il: 11/06/2019
Le ultime frontiere della sostenibilità dell’ortofrutticoltura bio

Lo scorso maggio Macfrut 2019, è stata un’ottima occasione per una riflessione sull’ortofrutticoltura biologica. Con il contributo di alcuni esperti del settore abbiamo organizzato una serie di workshop tematici per approfondire e favorire lo sviluppo dell’innovazione e per rafforzare la sostenibilità e l’efficienza nella produzione e commercializzazione di frutta e verdura biologiche. Qui vi proponiamo le relazioni e una sintesi di quanto discusso in fiera.

Scarica le relazioni

Il clima e l'aqua

Moreno Toselli e Francesca Ventura, rispettivamente docente di Arboricoltura generale e Agroclimatologia e microclimatologia all’Università di Bologna, hanno parlato di Razionalizzazione dell’uso dell’acqua. Toselli ha innanzitutto ribadito il principio per cui la risorsa idrica non è illimitata: si può e si deve risparmiare quanto più possibile, ma come? Una buona gestione dell’irrigazione richiede conoscenze scientifiche e competenze tecniche, nella relazione potrete leggere qualche spunto. Ventura è partita da un’analisi del clima: che nella zona mediterranea diventa più caldo e più soggetto a eventi “idro-metereologici notevoli” che possono avere gravi conseguenze per l’agricoltura, che allora deve adattarsi e imparare a gestire il rischio portato dal cambiamento climatico.

Ciclo di vita e certificazione

Di sostenibilità e certificazione hanno discusso Matteo Peyron, Life Cycle Engineering srl e Giuseppe Maio, CCPB srl. Il primo ha spiegato come l’analisi del ciclo di vita LCA permetta di quantificare gli impatti ambientali generati da un prodotto o da un processo lungo il suo intero ciclo di vita, dalla produzione delle materie prime fino allo smaltimento dei rifiuti, consentendo all’azienda di avviare strategie di miglioramento della propria sostenibilità. Un lavoro che viene poi suggellato dalla certificazione, su cui si è soffermato Maio, che non solo attesta la correttezza delle procedure di sostenibilità, ma permette anche di legarle al marketing e alla comunicazione.

Smart agriculture

Costanza Fregoni e Sara Legler, di Horta srl, si sono concentrate sulla smart agriculture: Horta infatti sviluppa Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS) di tipo interattivo e web based. I DSS permettono un monitoraggio costante di quanto avviene in campo per aiutare l’agricoltore a prendere poi le migliori decisioni. Tutto questo rende il processo produttivo più efficiente e sostenibile. Finora sono stati sviluppati DSS specifici per la vite, sia da vino che da tavola, il grano duro, pomodoro, orzo, melone, patata, olivo, soia e mais.

Suolo e biodiversità

In chiusura il suolo e la biodiversità. Marco Acutis, docente di Agronomia all’Università di Milano, ha sottolineato ancora una volta come la componente organica abbia un ruolo di primaria importanza per il comportamento del suolo. Agendo su di essa, incrementandola attraverso apposite tecniche, è possibile raggiungere ottimi risultati in termini di sostenibilità. Mauro Piazzi, pedologo per Timesis srl, ha mostrato come sia possibile misurare la biodiversità in agricoltura grazie all’indicatore QBS-ar. Da un’analisi di una zolla di terreno, il QBS-ar elabora una serie di indicatori che consentono di pianificare un’azione di arricchimento della biodiversità, passando anche tramite la certificazione Biodiversity Alliance.