Pubblicati i dati EFSA sui residui di pesticidi negli alimenti
Autore: Vincenzo Arra - Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB

Lo scorso Giugno, l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha pubblicato una ricerca, condotta nel 2016, sui livelli di pesticidi trovati in campioni dei più diffusi alimenti, prelevati nei paesi membri, Islanda e Norvegia.
Il documento mostra una situazione tutto sommato rosea e promettente, frutto dell’attenta politica europea sull’uso dei fitofarmaci e del fondamentale sistema dei controlli presso le aziende agricole.
I risultati EFSA
I paesi partecipanti hanno analizzato 84.657, il 96,2% dei quali rientrava nei limiti di legge ed il 50,7% sono risultati, addirittura, privi di residui quantificabili. Il 26,4% dei campioni analizzati proveniva da paesi terzi; di questi, il 7,2% presentava almeno uno sforamento degli LMR (Livelli Massimi dei Residui). Confrontando tale dato con quello relativo ai campioni di origine europea, pari al 2,4%, possiamo renderci conto di come il prodotto europeo è, in percentuale, più sicuro di quello importato.
Alimenti per l’infanzia e cibi biologici
Un’attenzione particolare è stata data agli alimenti destinati a neonati e bambini e alimenti biologici. Dei 1.676 campioni di alimenti per bambini, l’89,8% è risultato negativo, il 10,2% presentava residui entro i limiti di legge e l’1,9% è risultato non conforme. I principi attivi maggiormente rilevati dalle analisi sono risultati il rame, i clorati ed il fosetil alluminio. Per quanto riguarda i prodotti biologici, dei 5.495 campioni, l’83,1% era privo di positività e l’1,3% superava gli LMR.
Un discorso a parte merita il ritrovamento di residui multipli, ovvero, campioni positivi a più di un principio attivo, che raggiungevano il 30% dei prodotti analizzati. Le colture che maggiormente presentavano residui multipli sono risultate il ribes, luppolo, uva da vino, uvetta, more, uva da tavola, lamponi e fragole.
I prodotti agricoli più a rischio
L’EFSA ha, poi, condotto delle valutazioni del rischio di esposizione agli alimenti contenenti principi attivi sia a breve termine che a lungo termine. La ricerca ha dimostrato che tale rischio, associato all’esposizione di un consumatore europeo ad una concentrazione dannosa di pesticidi, è molto basso. Ad ogni modo, i prodotti agricoli che hanno mostrato il rischio a breve termine più alto sono stati in ordine: mele, lattuga, pesche e pomodori; i principi attivi più a rischio: chlorpyrifos, iprodione e lambda-cialotrina.
Certificazione: SQNPI Sistema Qualità Nazionale di Produzione Integrata
Tags: Agricoltura, Ambiente, pesticidi, sostenibilità