Ecco perché il bio costa di più
Il tema dei prezzi dei prodotti biologici ricorre spesso sui giornali specializzati e non. Federconsumatori, una associazione consumerista molto nota, ha recentemente effettuato un’indagine (leggete QUI) sui prezzi degli alimenti light, biologici, senza lattosio e senza lievito ed ha concluso che “stare attenti alla propria dieta ha i suoi costi! I prezzi di tali prodotti ammontano al 47,2% in più dei prodotti ordinari”.
L’indagine di Federconsumatori
Per quanto concerne i prodotti biologici, dai risultati dell’indagine emergerebbe che la forbice dei prezzi risulta particolarmente ampia per polpa di pomodoro (116%), farina (96%) e spaghetti (87%). Qui sotto la tabella di sintesi.
Perché i prodotti bio costano di più
Senza entrare nel merito dei singoli prodotti e delle filiere produttive richiamate dall’indagine, in quanto ognuna fa storia a sé, occorre prendere in esame alcuni aspetti generali della produzione biologica che spiegano perché un prodotto biologico costa di più rispetto ad un analogo prodotto convenzionale.
Partendo dalla produzione primaria, occorre osservare che le rese produttive del bio sono in genere più basse di quelle convenzionali e, pertanto, i prodotti agricoli costano generalmente di più ovvero godono di un “premium price” che ripaga questa minore resa e, conseguentemente, il costo della materia prima per il trasformatore a valle è più elevato e si ripercuote sul prezzo del prodotto posto in vendita.
Poi, a partire dalla filiera di trasformazione dei prodotti agricoli, occorre considerare l’insufficiente ottimizzazione dei costi di produzione, ad esempio quelli di trasporto. Essendo le materie prime biologiche non sempre connesse, in termini di vicinanza, al luogo di prima trasformazione, occorre impiegare più chilometri per trasportarle oppure, anche qualora coltivate nei pressi dello stabilimento di prima trasformazione, il trasporto potrebbe non avvenire in termini efficienti.
Costi di trasformazione, distribuzione e commercializzazione
Nella trasformazione del prodotto all’interno dello stabilimento alimentare, l’operatore sostiene alcuni costi extra legati all’adozione di misure concrete e precauzionali che devono scongiurare il pericolo di contaminazioni tra prodotto bio e non bio, ad esempio:
- costi di indagine per la valutazione del pericolo di contaminazione ambientale (acqua, aria, altro) affidate a consulenti specializzati o a personale interno;
- interruzioni temporali tra lavorazioni e operazioni di pulizia più intense delle linee produttive, con impiego di ore di manodopera aggiuntive;
- scarto di prodotto bio della testa di lavorazione nei casi di maggior rischio di contaminazione;
- impiego di spazi dedicati allo stoccaggio delle materie prime bio;
- investimenti in macchinari e/o attrezzature dedicate alla lavorazione bio;
- costi per la selezione, prima qualifica e mantenimento della qualifica dei fornitori;
- costi di analisi chimiche sulle materie prime acquistate e sui prodotti finiti che, data la loro complessità, sono effettuate da laboratori esterni;
- ore di formazione ed addestramento del personale per la gestione delle produzioni biologiche;
- costi di stampa del packaging per i prodotti biologici e gestione delle autorizzazioni all’etichettatura.
Anche nella distribuzione dei prodotti biologici, dal trasformatore fino ai punti vendita al consumo, possono nascere delle diseconomie, in quanto i volumi trattati sono ancora insufficienti per la ottimizzazione dei trasporti e la logistica integrata.
Non possiamo dimenticare i costi di certificazione che gravano su ogni singolo anello della filiera, dal produttore agricolo fino al commerciante all’ingrosso e, in taluni casi per i prodotti biologici venduti a peso, anche sul commerciante al dettaglio.
E di espansione
Infine, occorre ricordare che stiamo vivendo in una fase espansiva del mercato dei prodotti biologici, caratterizzata da una forte domanda internazionale e anche nazionale e, di conseguenza, i prezzi dei prodotti risentono di questa fase espansiva, mantenendosi su livelli più elevati.
Certificazione: Ecco perché il bio costa di più
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