SAN-EXPO

Pubblicato il: 09/09/2015

Autore: -

SAN-EXPO
Questa newsletter esce in occasione di SANA 2015, un appuntamento importante, ormai una tradizione, in cui affrontare i temi cari allo sviluppo del biologico e, sempre più, della sostenibilità che tende a permeare ogni nostro comportamento produttivo, e non solo. In questa edizione il tema è ancora più centrale se pensiamo alla contemporanea presenza di Expo e al collegamento organizzativo con Sana. banner sana expoIl biologico cresce, tutti gli indicatori lo stanno a dimostrare, e la sostenibilità è sempre più un dovere: dare risposte concrete all’ esigenza di ridurre il cambiamento climatico e fornire energia sufficiente al pianeta, sia in termini di abitanti che di consumi alimentare ed energetico. L’unica risposta possibile è immettere intelligenza e innovazione nei processi produttivi proseguendo in direzione dello sviluppo sempre più sostenibile. Principi fondamentali che teniamo a mente nell’organizzare e partecipare a eventi per SANA ed Expo. A Bologna CCPB è ospite degli stand organizzati da Consorzio il Biologico: uno nell’area food, padiglione 32, l’altro nell’area cosmesi, padiglione 35. Come riportato più ampiamente in queste news, CCPB organizza alcuni convegni e workshop, e insieme a èQ Studio e QC ha preparato per la prima volta un convegno sul vegano. Da Bologna a Milano, in ambito Expo CCPB è presente nell’area di Consorzio il Biologico e partecipa ad iniziative nel Parco della Biodiversità insieme a partner di settore, qui potete leggere il diario da Expo. Si tratta di occasioni importanti per promuovere il biologico e gli argomenti che ne sono a fondamento. Al di là della vetrina, pur utilissima, abbiamo ancora quasi due mesi per mettere a frutto l’esperienza e le riflessioni che in Expo sono emerse e possono essere di supporto all’affermazione ulteriore di un settore, il biologico, che nel nostro paese detiene all’incirca il 2,5% dei consumi. Un risultato frutto di una costante crescita ma che ha bisogno di essere ulteriormente incoraggiata per raggiungere un’incidenza maggiore, così come occorra aumentare ancora di più l’export. Per crescere ulteriormente occorre rimuovere gli ostacoli che ancora oggi rappresentano un freno per lo sviluppo del settore. A livello produttivo molta parte della produzione agricola non riesce a raggiungere standard qualitativi tali da poter essere collocata nei segmenti di mercato più redditizi con notevole appesantimento della redditività agricola. Occorre più ricerca e sperimentazione affinché la produttività agricola si stabilizzi e dia maggiore soddisfazione economica al settore agricolo che assume elevati rischi d’impresa per produrre nel rispetto del metodo biologico e che in alcune aree si sta disaffezionando. Ciò può portare anche ad una riduzione dei costi con indubbi vantaggi per tutti gli attori della filiera e per i consumatori. È necessario ridurre gli appesantimenti burocratici che non sono diminuiti dopo il processo di informatizzazione, anzi sono aumentati e non certo per responsabilità degli organismi di certificazione. Il settore biologico necessita di divulgazione e assistenza tecnica anche se a qualcuno potranno sembrare termini desueti, il biologico ha estrema urgenza di applicare quanto emerge dall’attività di sperimentazione e per questo ha bisogno di specialisti. Il settore non deve neppure temere di misurare la propria sostenibilità e di impostare politiche di miglioramento o di ecodesign ricorrendo a strumenti quali l’LCA (Life Cycle Assessment) per razionalizzare il ricorso ai vari input e risorse nel rispetto dei principi che ispirano il metodo biologico, ma anche per ridurre il loro utilizzo e migliorare la produttività. Percorso questo che deve interessare tutta la filiera e non solo il settore primario. Abbinare il biologico ad una certificazione EPD (Enivironmental Product Declaration) o a una carbon/water footprint risponde ad esigenze di marketing e di razionalizzazione dei processi produttivi. In questi ultimi due mesi di Expo dobbiamo impegnarci tutti per creare le basi affinché i semi seminati in questa esperienza espositiva possano dare i frutti nei prossimi anni. Questo non solo, o non tanto, per il biologico ma per l’equilibrio del Pianeta.