Vinitaly 2014: il vino biologico portatore di fiducia

Pubblicato il: 01/04/2014

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Vinitaly 2014: il vino biologico portatore di fiducia

Anche quest’anno Vinitaly si preannuncia davvero importante, con il sold out degli spazi disponibili, oltre 100mila metri quadrati di area espositiva. E il settore del vino biologico avrà un ruolo di primo piano,  Vinitaly ha infatti aperto al bio con aree attrezzate grazie anche al padiglione 11 dedicato ai produttori, a cura di Federbio. CCPB e Consorzio il Biologico saranno presenti al pad 12, stand B2 con il nostro stand collettivo per la degustazione dei vini di alcune delle nostre cartine certificate.

banner vinitaly vialeIl vino biologico sta infatti coinvolgendo sempre più il consumatore orientato verso un prodotto di qualità via via maggiore e con un ridotto apporto di input chimici.

Una tendenza questa che è dimostrata dalle cifre: da una ricerca condotta da FederBio per VinItaly, risultata che in Italia siano più di 1,16 milioni gli ettari utilizzati per colture biologiche. Di questi, i vigneti sono poco più di 57mila, pari al 4,9% del totale della superficie agricola utilizzabile (Sau), da cui nel 2012 sono pervenute 718mila tonnellate di uva, pari a 5milioni di ettolitri di vino. Poco più del 10% del vino prodotto quello stesso anno nella Penisola. Una cifra che va considerata importante vista la recente crescita del settore, più tardiva rispetto agli altri comparti dell’agroalimentare biologico.

Anche in questo campo si conferma la vocazione all’esportazione delle produzioni biologiche. L’Italia infatti è il primo esportatore al mondo di vino biologico (così come è in prima posizione per l’esportazione di tutti i prodotti biologici). In particolare l’Europa che, secondo la ricerca, assorbe il 77,6% del totale esportato, seguito da Nord America, quindi altri paesi europei extra Ue ed Estremo oriente. Quanto ai singoli paesi di sbocco, numero uno per l’export di vino bio made in Italy è la Germania, quindi Stati Uniti, Giappone, Belgio, Svizzera, e ancora Gran Bretagna, Olanda e Danimarca.

Questi segnali fanno presupporre che sia solo l’inizio di una tendenza che andrà via via crescendo, grazie al miglioramento delle tecniche di coltura e all’esperienza che si sta accumulando nel campo e ad una crescente sensibilità del mercato interno.