Gli OGM: la risorsa che incute timore
Gli OGM, o Organismi Geneticamente Modificati, sono esseri viventi, appartenenti ad uno qualsiasi dei cinque Regni della classificazione di Whittaker, ottenuti mediante l’applicazione di tecniche di ingegneria genetica, le quali modificano il patrimonio genetico con lo scopo di aggiungere, eliminare o migliorare una determinata caratteristica intrinseca all’individuo stesso. Nella pratica agronomica e zootecnica, l’ingegneria genetica è utilizzata soprattutto per ottenere popolazioni maggiormente resistenti a malattie e farmaci rispetto alla controparte “naturale”.
Molti paesi hanno già adottato un uso estensivo di colture OGM; le Americhe da sole producono i ¾ di tutto il raccolto transgenico mondiale. Purtroppo, però, esiste ancora un enorme buco nella comprensione umana del funzionamento dei genomi, che difficilmente sarà colmato nel breve termine. Ciò rende, non solo l’utilizzo degli OGM ma anche la sola loro creazione, un campo pieno di insidie e pericoli per la salute umana e dell’ambiente.
I rischi potenziali per la salute umana, messi in evidenza da brillanti studi clinici, sono molteplici. Nel 2004 (Zhu et al, Arch Anim Nutr 2004; 58:295-310), nutrendo dei topi da laboratorio con mangimi OGM, si è osservato un sensibile decremento della crescita di questi mammiferi, presumibilmente dovuto ad interazioni geniche inaspettate tra il gene inserito nelle razioni di cibo ed il genoma murino, che sono risultate in evidenti disturbi del metabolismo. L’incapacità di comprendere le relazioni tra diversi geni porta la comunità scientifica a interrogarsi anche sulla possibilità che gli OGM possano favorire l’insorgenza di fenomeni cancerosi, i quali, è risaputo, sono messi in moto pure dal contatto con la maggioranza dei fitofarmaci utilizzati. Ebbene, lo scopo principale delle colture OGM è proprio quello di poter ottenere organismi più resistenti in modo da incrementare la dose di erbicidi somministrati in campo con un conseguente aumento del rischio per la salute umana. Strettamente legato a tali preoccupazioni è il dibattito sul “trasferimento genico orizzontale”, per il quale frammenti di DNA estraneo possono entrare nelle cellule e inserirsi nel genoma sia in maniera casuale che mirata. È ormai scientificamente noto che in milioni di anni gli animali, tra cui l’uomo, hanno acquisito il DNA di diversi organismi e, dato che i geni ingegnerizzati sono ideati per integrarsi nei genomi, tale peculiarità desta non poche preoccupazioni. Inoltre, molto spesso, per introdurre un gene all’interno del genoma di un organismo, si utilizzano le capacità infettive dei vettori virali. Ciò alimenta giustamente lo spettro della comparsa di nuovi ceppi virali, che possano passare dagli animali trattati all’uomo, come è già successo in passato per l’Ebola, AIDS, mucca pazza e recentemente influenza aviaria.
Altro fenomeno associato al consumo di OGM è l’aumento del potenziale allergenico del cibo, causato sia direttamente dall’introduzione di nuovi prodotti genici che funzionano da antigeni in grado di sviluppare una reazione immunitaria, che in modo indiretto a causa delle interazioni tra la proteina transgenica e le molecole già presenti nell’organismo.
La creazione di organismi transgenici può minacciare il già delicato equilibrio ambientale, ponendo gli OGM come una potenziale minaccia per la biodiversità mondiale. Gli individui transgenici potrebbero diffondere negli ambienti naturali e competere con le popolazioni selvatiche, fino a determinarne la scomparsa; oppure essi potrebbero riprodursi con la controparte non trattata e portare allo sviluppo di ibridi, nei quali l’equilibrio genico spezzato potrebbe portare alla perdita di variabilità genetica, un fenomeno che è a capo dell’estinzione dei viventi.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che in futuro gli OGM possano portare ad un miglioramento qualitativo e quantitativo degli alimenti, che possano essere una valida arma per combattere la malnutrizione ed il costante incremento della domanda di cibo nel mondo, ma ad oggi c’è ancora un estremo bisogno di affinare le nostre conoscenze di genetica e biologia molecolare; ancora una volta la nostra speranza è affidata alla ricerca scientifica, che dovrà determinare la sicurezza a lungo termine degli OGM per l’uomo e gli ecosistemi.
VINCENZO ARRA - Ufficio Attività di Controllo e Certificazione – Settore Biologico CCPB
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